Sottotitolazione & Doppiaggio

Ancora oggi regna un po' di confusione tra sottotitolazione e doppiaggio, alla stregua di quanto accade fra traduzione e interpretariato.

Il sottotitolo è un testo scritto a supporto della comprensione di un contenuto audiovisivo, mentre il doppiaggio è il procedimento per mezzo del quale la voce originale di un personaggio viene sostituita da quella di un attore che reinterpreta in un’altra lingua dialoghi precedentemente tradotti.

La scelta dell’Italia a favore del doppiaggio è legata a una questione essenzialmente culturale e storica. Nel dopoguerra l’italiano era parlato correntemente da un’esigua percentuale di cittadini. Con l’avvento della televisione, fondamentale maestra di vita, gli italiani hanno finalmente imparato l’italiano. Fatte salve alcune attività di censura (fino a una certa epoca, ad esempio, la parola “Mafia” era considerata un vero e proprio tabù), il doppiaggio ha svolto un ruolo importantissimo in tal senso. Oggi tale funzione didattica è venuta meno, diventando appannaggio esclusivo dei sottotitoli. Dopo decenni di scelte politico-istituzionali discutibili nell’insegnamento delle lingue straniere e una storica reticenza nell’apprendimento delle stesse, i sottotitoli possono finalmente recuperare il loro meritato ruolo educativo e sociale. Si pensi alle straordinarie capacità cognitive dei bambini, senza dimenticare i non udenti, per i quali i sottotioli rimangono una scelta obbligata.

Non è un caso, infatti, che nei paesi in cui per ragioni meramente economiche si è propeso per i sottotitoli (l’Est europeo, solo per citare un esempio), i loro cittadini abbiano una familiarità con le lingue straniere assai maggiore rispetto ai paesi “doppiati”, evidenziando un gap non indifferente in un mondo sempre più globalizzato.

Per contro, essendo a ragione la scuola italiana di doppiaggio considerata tra le migliori al mondo, la tecnica del doppiaggio può anche risultare un valore aggiunto: un nome su tutti, Ferruccio Amendola, indimenticata voce di De Niro, Pacino, Hoffman...

D’altro canto, la sottotitolazione permette di conservare intatto il fascino della versione originale di un film e previene atti di “lesa maestà”: è proprio giusto doppiare Totò, Louis de Funès, Woody Allen?